Ci sono giorni in cui vorresti poter dire: “Lo compri tu il pane?”.
Solo cinque parole per sentirsi calato in un’appagante, condivisa
normalità fatta di bollette da pagare, tavole da preparare, tenerezze
miste a risentimenti. Una mediocre quotidianità impregnata di
cibi sciapi e mobili spolverati con indifferenza, cento volte meglio di quel
silenzio che gli urlava dentro, contro il quale Alfredo, architetto senza
futuro ed al di là dei 40 anni, tentava di resistere. Fermo, immobile per
ore davanti al computer inventava altri mondi, altre vite mentre le sue
mani volavano, disegnavano, accarezzavano. Si consegnava, prigioniero
inerme e volontario, alla luce dello schermo, il sommo padrone che gli regalava
brandelli di quella vita esagerata e fuori dalle righe che tanti anni
prima – quanti? non lo ricordava neanche più – pensava gli fosse dovuta.
Con occhi febbrili scorreva pagine su pagine, fotografie su fotografie alla
ricerca della storia perfetta che la sua immaginazione avrebbe trasformato,
sia pure per una manciata di minuti, in realtà quando una di
quelle fastidiose intrusioni pubblicitarie gli troncò i sogni catapultandolo
dinanzi all’immagine di un piatto di lenticchie e cotechino. Uguale,
proprio uguale a quello che la mamma lo costringeva la sera del 31
dicembre – lui recalcitrante per finzione – a mangiare, benevolo Caronte
che l’avrebbe traghettato nell’anno nuovo, 365 meravigliosi, propizi
giorni ricchi di ogni soddisfazione. Un sapore amaro, come di vino scadente
– quello contenuto nei cartoni che vedeva tra le mani dei barboni,
specchio speculare dei suoi fallimenti – gli salì alla bocca insieme con un
sentimento di nostalgia. Forte, doloroso eppure pacificante.
Ingredienti
per 10 persone
- 1/2 capitoni da 500/600 gr
- 400 gr di farina 0
- 250 ml di olio di semi
- Sale e pepe q.b.
Preparazione
Tagliate il capitone in tranci di circa 4/5 cm, eliminando la testa, la coda e la parte centrale delle interiora.
Lavate i pezzi sotto acqua corrente per eliminare tutti i residui di sangue che potrebbero esser
rimasti sulla carne e che in cottura la renderebbero amara. Asciugate bene i pezzi.
Ripassate i pezzetti ancora umidi nella farina e friggete in abbondante olio di semi bollente, meglio se
in una pentola più alta per permettere ai tocchetti di pesce di non assorbire troppo olio. Dopo averli
fritti, quando risultano dorati, prelevateli dal pentolino, scolateli dall’olio in eccesso usando della carta
assorbente e servite i tocchetti di capitone fritto condito con sale e pepe.
Il capitone si può mangiare anche il giorno successivo, conservato in una ciotola riposta in frigorifero,
condendolo poi con foglie di menta, pepe, olio extravergine e aceto di vino bianco o rosso, così da
creare una sorta di scapece.