Mostaccioli

Bambino aspettavo con ansia la festa di Ognissanti, il primo di 4
giorni di scuole serrate e compiti rinviati fino allo spasimo. Un
anticipo delle più corpose festività natalizie, quasi due settimane
di pigre vacanze senza orari, con il minimo indispensabile di divieti:
periodo di felice anarchia, di sospesi controlli da parte degli adulti impegnati
nella ideazione di pantagruelici pasti e sontuosi presepi. E di soddisfatta
golosità annunciata dal morbido torrone dei morti, un fascinoso
impasto di cioccolato e nocciole intere che dominava in uno con i confettoni
ricoperti di bianchi diavulilli – altra tipica specialità salernitana
– le vetrine delle pasticcerie. Effimeri protagonisti, costretti – trascorsi
una decina di giorni – a cedere il posto ai dolci natalizi: paste reali che
imitavano alla perfezione, fin nei più minimi dettagli, frutti di mare e
di terra dando vita a stupefacenti trionfi che ricordavano le nature morte
dei pittori seicenteschi napoletani, raffioli, susamielli, bruniti croccanti
di mandorle e per gli amanti della tradizione pasticcera locale le quasi
dimenticate zeppole di Natale, più semplici di quelle, di San Giuseppe,
fatte con una pasta speciale cotta nell’olio ed energicamente battute su di
una spianatoia ugualmente oliata, senza crema ed amarena. Incantatrici
sirene per un bambino goloso quale ero ma che nulla potevano rispetto
agli speziati mostaccioli che insieme con la torta nasprata – una bianca
glassa punteggiata da confettini argentati ed adagiata su di una carta
abilmente ritagliata che ricordava un delicato merletto di Bruges – costituiva
il “presente” delle suore del Convento della natia Castel San Giorgio
ai miei genitori. I mostaccioli, losanghe dalle dimensioni più diverse,
rigorosamente ricoperte di cioccolato ed immediatamente riposti da mia
madre in un luogo sconosciuto, al riparo dalle mie voraci incursioni dovevano
durare tutte le feste ed oltre perché come affermava Bartolomeo
Scappi, cuoco, nel Cinquecento, di papi e nobili questi “piccoli pasticci
secchi sono sempre migliori il secondo giorno che il primo, e durano un
mese nella loro perfectione”.

Ingredienti

per 10 persone

  • 1 kg di cioccolato fondente
  • 1 kg di zucchero
  • 800 gr di miele
  • 2 kg di farina 00
  • 3/4 cucchiai di cannella in polvere
  • 2 cucchiaini di pisto
  • Scorza grattugiata di due limoni
  • Un pizzico di sale
  • Acqua calda q.b.

Preparazione

Impastate la farina con il miele, lo zucchero, la cannella, la scorza del limone e il sale. Aggiungete il pisto
e l’acqua calda un po’ alla volta fino a rendere il composto omogeneo e sodo. Stendete con un mattarello
il panetto fino ad uno spessore di 1,5 cm e tagliatela a rombi con un coltello. Cuocete i rombi in forno
a 180°C per 15 minuti.
Preparate la glassa sciogliendo il cioccolato a bagnomaria in un recipiente abbastanza largo e immergete
i biscotti uno alla volta ricoprendoli con il cioccolato. Mettete i mostaccioli su una teglia affinché
la glassa si solidifichi.

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